Scolaris - il nuovo corto del liceo
Data:
Argomento: Liceo Cinema


Se vuoi leggere la recensione dell'ultimo corto realizzato all'interno del Laboratorio Corto del Progetto Cinema...


Per apprezzare meglio questo corto, sarebbe opportuno conoscere il film di Andrej Tarkovskij “Solaris“ (1972), tratto dall’omonimo romanzo del 1961 dello scrittore polacco Stanislaw Lem.
Protagonista del film è lo psicologo-scienziato Kris Kelvin che viene incaricato di raggiungere una stazione spaziale orbitante attorno al pianeta Solaris e di indagare sui misteriosi fenomeni che da tempo hanno colpito i membri dell’equipaggio. Arrivato lì Kris scoprirà, tramite un videomessaggio, che gli strani fenomeni sono dovuti all’ ”oceano pensante” di Solaris che tramite delle radiazioni ha il potere di scavare nella memoria degli uomini e di materializzare i loro pensieri.
A Kris appare il corpo di sua moglie Hari morta oltre 10 anni prima, la donna in realtà non è altro che la materializzazione dell’immagine che l’uomo ha di lei.
Da qui ha inizio la sua battaglia interiore: Kris non sa più se vuole tornare sulla terra, nella sua vecchia realtà in cui la moglie è morta, o rimanere nello spazio in cui sua moglie (o il fantasma di lei) è ancora viva e con loro è vivo ancora il loro amore. Una battaglia con sé stesso e con i fantasmi del suo inconscio.
Tarkovskij si serve di queste metafore per sviluppare una riflessione sull’uomo, sulla felicità e sulla scienza.

Similmente, Salvatore viene chiamato da un suo amico all’Istituto “Prometeo” perché lo aiuti ad indagare su alcuni misteriosi fenomeni, sparizioni e presenze inquietanti. Anche a Salvatore apparirà una presenza del passato, il fantasma di una donna di cui non vorrebbe comunque liberarsi.

Il corto “Scolaris” parte spiritosamente dall’idea della parodia, ma solo come pretesto, se ne distanzia infatti quasi subito per parlare di tante altre cose. Predominante è l’idea (e la struttura) del “making of”, divenuto autentico genere nel suo piccolo, grazie soprattutto alla diffusione dei DVD, che all’interno degli “specials” presentano spesso dei filmati di “backstage” che in qualche caso sono degli autentici mini-documentari.
Il “making of” come genere, quindi, con i suoi codici, le interviste stereotipate, il ritmo veloce e una certa nostalgia dei momenti passati insieme a lavorare al film.
La parte più divertente del corto, a mio parere, è l’intervista al “regista” Roberto Bazzoni, intelligente parodia dei linguaggi impegnati (ma se state attenti può essere tutto vero!). Roberto, ormai immagine culto del Progetto Cinema, ha dimostrato di aver maturato nei suoi tre anni di laboratorio una certa padronanza di espressioni e di gestire con convinzione il suo ruolo. Tra gli altri attori, si segnala la fresca e personale interpretazione di Salvatore Busia, giovane promessa (anche e soprattutto per la sua collaborazione come “critico cinematografico” per il nostro giornale Mars Attacks!) del Progetto Cinema, e Angie Smith – studentessa della 1° B – spontanea e disinvolta nella parte dell’attrice intervistata.
Più maturi e intensi (con parti completamente diverse) il fotogenico Uccio Mura, assolutamente a suo agio dietro la macchina da presa e il “diabolico” Dino Carpentras, altra valida colonna del Progetto Cinema, che ha inoltre collaborato attivamente durante l’impegnativa fase del montaggio.

Il corto si presta a diversi livelli di analisi. Uno di questi passa attraverso l’uso del bianco e nero e del colore.
Così come in “Solaris” ci sono parti del film in bianco e nero che si alternano con il colore, così il corto “Scolaris” propone spezzoni del “vero film” (bianco e nero) che si alternano ai backstage e alle interviste ( a colori). Si trasgredisce però (volutamente?) in un paio di casi: quando Angie chiede a Salvatore “cosa faresti se avessi un’altra possibilità?“, aggiungendo così ulteriore ambiguità nel gioco realtà e finzione (è il film o il backstage?), o quando vediamo il cast al lavoro intorno al tavolo (il gioco del colore/bianco nero qui sembra suggerire che non dobbiamo dimenticarci che le persone sono “vere” ma sono allo stesso tempo anche “attori”).

Un’ulteriore sfera di significati, parallelamente alle metafore proposte dal film di Tarkowskij, è legata al “Pianeta Scuola”: l’ Istituto “Prometeo” è luogo di profonde angosce provocate da alcune presenze inquietanti. Quali fantasmi popolano la coscienza degli studenti? Quali “sembianze antropomorfe” vengono create dal loro subconscio? “Questa scuola ti conosce meglio di quanto tu pensi di conoscere te stesso” dice dal suo schermo il dott.Gibarjan /Carpentras. Ma la frase che sintetizza meglio il senso ultimo dei turbamenti di Salvatore è “ma cosa vuole questa scuola da noi?”.

Ma “Scolaris” non è solo questo: la citazione cinematografica è sempre dietro l’angolo, così come un certo gusto per il montaggio che segue il ritmo della musica (sempre molto ben scelta); inquadrature che disegnano espressive asimmetrie dentro i cui disegni geometrici si incorniciano volti e sagome; profondità simboliche di corridoi che evocano abissi inquietanti che ingoiano personaggi in fuga; schermi dentro altri schermi che ricordano che tutto questo è cinema.

Ancora una volta il gruppo del “Laboratorio Cortometraggi”, guidati dalla pregevole sensibilità artistica di Samuel Usai, ha saputo sorprenderci. Dopo la visione ci rimane sicuramente la curiosità per un film che non vedremo mai perché…non esiste!


MGP







Questo Articolo proviene da Istituto di Istruzione Superiore "M.Paglietti"
http://www.liceo-portotorres.it/portale/html

L'URL per questa storia è:
http://www.liceo-portotorres.it/portale/html/modules.php?name=News&file=article&sid=50