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(passa sopra le righe con il mouse per la traduzione delle citazioni latine)
 
  Giuseppe Bruno

Una Lectio Magistralis

Mi pare sia la prima volta, post hominum memoriam, che nella nostra scuola si concretizzi tale iniziativa. Diciamo subito che chi l'ha proposta e ha anche fatto in modo che venisse realizzata, non deve voler molto bene ai colleghi, se li costringe alla noia di sentire un ultracin.. ses...enne che parla e rischia di proferire verba, verba, praetereaque nihil. Fatta questa doverosa premessa entriamo in medias res Lectio magistralis. Quid est? Melius esset dicere quid non sit, ergo. Ad primum:( non spaventatevi il sermone non è in latino) ad primum dico: Certamente non consiste nel dare ad un pensionando, finalmente, l'opportunità di parlare, anche perché, nel caso specifico, il pensionando non ha atteso momenti particolari per esprimere pareri ed opinioni e non solo a parole. E non dovrebbe essere neppure il classico momento per una .. stavo per dire standing ovation, ma mi sono riproposto di usare solo citazioni latine e non scivolare - come molti ormai fanno - nel vieto e abusato albionico che io, chissà perché, continuo a considerare un linguaggio alla stregua del cispadano, anzi, se non si sta attenti a Bossi, questo dialetto cispadano diverrà materia particolare nella scuola italiana superando lo stesso idioma britannico; io mi voglio, invece, tenere mordicus al precedente proposito: solo latino; comunque, a pensarci bene, il termine ovation è di chiara origine latina ( ovatio, ovationis, terza declinazione, imparisillabo 1° gruppo, una sillaba davannti alla -is del genitivo, ablativo singolare in-e; genitivo plurale in -um e neutro plarale in -a) ed allora mi sentoautorizzato a dire - semplicemente - che questa lectio magistralis non è il classico momento per una ovazione sul tipo di quelle che venivano riservate ai generali romani i quali, non avendo riportato né strepitose vittorie né compiuto alcunché di importante - ed è il mio caso - non erano degni di un trionfo vero e proprio, e dovevano accontentarsi di una semplice ovazione, manifestata normalmente da amici, parenti e,soprattutto, dai propri servi. Ed allora, se i colleghi qui presenti sono tuttora decisi a concedermi questa sorta di plauso, potrei intascare anch'io la mia bella soddisfazione: ed assieme a Floro dico "sum de servis ovatione contentus", naturalmente non siete voi i servi e, fra l'altro, state comodamente seduti e non in piedi. Igitur, quid est haec lectio magistralis? A questo punto tralascio la definizione che non so trovare, o comunque non riesco a mettere in chiaro, e mi prendo qualche minuto - solo pochi - per rivolgermi a voi come un amico al quale avete dato molto e che, purtroppo, non ha saputo corrispondere adeguatamente. Non voglio soffermarmi su ciò che è lippis notus et tonsoribus, anche perché non omnes arbusta iuvant humilesque myricae; ma non posso e non voglio neppure cimentarmi con relazioni professionali degne di concionatori che posseggono ben altre qualità; anche perché, così facendo correrei anche il rischio di sentirmi dire da voi: "sutor, ne supra crepidam". E poi, detto tra noi, è mia ferma convinzione che non omnia possumus omnes. Come vedete sembra che Virgilio, Orazio ed altri siano in mezzo a noi. Ergo quid faciam? Qualcosa bisognerà pur dirla; va bene, in questa brevis lectio magistralis - e sottolineo il , perché ci ricorda Quintiliano: Non multa, sed multum - mi soffermo su una semplice riflessione. Ex hoc incipit vere lectio magistralis: che come titolo potrebbe avere: " Il Sistema Preventivo di S. Giovanni Bosco." vai alla pagina successiva >>